I settori più colpiti dalla crisi e alcuni suggerimenti per rialzarsi

By | 9 Giugno 2021
crisi

Tutti conosciamo la pandemia che ha colpito l’intero pianeta lo scorso anno e che sta ancora mettendo in difficoltà moltissimi paesi, specialmente quelli già precedentemente in difficoltà a causa delle loro condizioni economiche e sociali.

Anche i paesi più forti economicamente hanno riscontrato enormi problematiche nella gestione della situazione, che ha gettato nel panico non solo la popolazione, ma anche i governi stessi: oltre alla situazione sanitaria eccezionale ed eccezionalmente complessa, sono moltissime le criticità che aziende e imprenditori si sono trovati ad affrontare, messi letteralmente in ginocchio per le chiusure forzate causate dal lockdown.

Soluzioni estreme messe in atto per minimizzare la diffusione del virus, che hanno però causato enormi perdite in termini economici ad imprese, liberi professionisti e attività commerciali. Se gli effetti negativi della pandemia non hanno risparmiato nessuno, alcuni settori hanno però risentito in particolar modo delle chiusure forzate, in quanto costretti a tenere le porte sigillate per lunghissimi periodi di tempo.

I settori più in difficoltà

Tra le molteplici attività commerciali messe alle strette dalla situazione pandemica, le più colpite sono sicuramente quelle relative a bar e ristoranti. Per motivi sanitari questi ambienti sono rimasti chiusi per diversi mesi e solo in quest’ultimo periodo si sta registrando una progressiva riapertura.

A fare da freno alla ripresa resta però la paura per di un’ulteriore ondata di diffusione del virus, soprattutto per le varianti che sono nate più di recente e contro le quali i vaccini attualmente disponibili sembrano essere non del tutto efficaci.

Altri ambienti messi in grossa difficoltà economica sono le palestre. Alcune di queste avevano affrontato anche grossi investimenti per il rinnovamento di macchinari e attrezzature e si sono ritrovate successivamente a dover affrontare lunghi periodi di chiusura.

Tutte le attività commerciali che implicano contatto col pubblico o tra gli utenti, come estetisti, parrucchieri, centri estetici, ma anche teatri, musei e cinema hanno subito il medesimo destino. Le attività più grosse, con disponibilità economiche per far fronte all’emergenza sono riuscite a restare in piedi, mentre altre piccole attività, spesso già in difficoltà prima dell’arrivo del virus, non sono riuscite a resistere e sono state costrette a chiudere.

Le soluzioni per affrontare la pandemia

Molti imprenditori sono comunque riusciti a utilizzare il proprio ingegno e a trovare soluzioni alternative per monetizzare. Un caso esemplare è quello dei personal trainer, che frequentavano in precedenza abitualmente l’ambiente della palestra per insegnare e ora utilizzano Internet per effettuare delle vere e proprie lezioni online, di gruppo o private.

Una soluzione che ha permesso loro di continuare ad avere delle entrate anche in questo grande periodo di comune difficoltà. Anche alcune le attività ristorative hanno trovato il modo per andare avanti durante la pandemia: una soluzione adottata da molti ristoranti è stata quella di attivare un servizio di consegna a domicilio, spesso utilizzando internet e la tecnologia come veicolo per pubblicizzare la loro attività.

Sono stati proprio internet e l’universo digitale a salvare, letteralmente, alcune attività commerciali. Anche attività totalmente offline infatti, come ad esempio i saloni per dei parrucchieri, sono riusciti a trovare il modo di promuovere la loro attività in rete, per resistere alla crisi e anche per farsi trovare pronti per le riaperture.

Il marketing per parrucchieri è diventato infatti sempre più evoluto e strategico e ha permesso agli imprenditori del settore di mantenere costanti gli incassi, introducendo al contempo soluzioni alternative e servizi prima non disponibili. Internet ha fatto davvero la differenza negli ultimi anni e in questa situazione pandemica si è notato quanto smart working e digitale possano fare davvero la differenza anche in situazioni decisamente difficili.

Molti sono convinti che queste soluzioni lavorative ibride, che implicano un mix di lavoro in remoto e classico ambiente da ufficio resteranno in parte, se non del tutto, attive anche dopo la pandemia, in quanto offrono molta più libertà e flessibilità ai lavoratori e allo stesso tempo minori costi per le aziende.