Potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg la battaglia che ha avuto inizio tra la Tesco, una delle principali catene della Grande Distribuzione nel Regno Unito e l’Unilever, multinazionale che commercializza di tutto, dalle saponette Dove ai detersivi, dall’olio Bertolli ai gelati. Il motivo risiede nell’aumento dei prezzi all’ingrosso per la Grande Distribuzione Britannica del 10%, motivato dal ribasso del valore della sterlina contro l’Euro, moneta con la quale avvengono gli scambi commerciali con la Tesco ma anche con altri soggetti di grande distribuzione sul Regno.
La sterlina, in effetti, si è svalutata del 16% dall’esito del voto sulla Brexit ma Tesco sostiene che il rincaro preteso da Unilever è ingiustificato perché molti dei suoi prodotti dono fabbricati in GB. La mossa di Tesco consiste nel blocco della vendita di prodotti Unilever online, mentre le merci sugli scaffali saranno vendute solo fino a esaurimento scorte e non riapprovvigionati. Quello di Unilever potrebbe, però, essere soltanto la punta dell’iceberg perché potrebbe facilmente essere seguito anche da altre aziende quali la Nestlè e la Ferrero e diverse altre.
Forse questo può essere il segnale che la GB potrebbe scegliere la strada dell’autarchia per sganciarsi dalle conseguenze deleterie della Brexit in campo commerciale.